mercoledì 10 giugno 2020

SINTESI FINALE. #STEP24

Il termine "reazione" deriva dal latino "reationem", sostantivo del verbo "reagere" che significa "agire in senso opposto". Questa parola dalle molteplici accezioni, veniva utilizzata per le primissime volte dai latini per descrivere l'azione del far ritornare dal pascolo il bestiame: difatti il prefisso "-re" si può tradurre con all'indietro.
La radice latina del termine rimane la medesima praticamente in tutte le lingue, ne si ha la certezza grazie a degli antichi documenti, descritti dallo storico Du Cange, che testimoniano come durante la guerra dei Cent'anni gli inglesi furono influenzati dalla lingua francese e il termine entrò a far parte anche del vocabolario della lingua di origine celtica.
Il concetto derivante da questo termine è molto ampio ed è stato trattato da molte discipline in qualsiasi epoca si voglia immaginare; ad esempio nella mitologia greca, per rappresentare la supremazia degli dei dell'Olimpo nei confronti degli umani si mostrava come le divinità non transigessero un qualsiasi torto e reagissero con estrema violenza, come si può notare facilmente dal mito di Prometeo .
Quando si pensa al concetto di reazione, si intende una componente naturalistica insita nell'uomo; di fronte ad un'ingiustizia, ad un parere discordante o ad una possibilità di prevalere, l'essere umano tenderà sempre a reagire, sia la reazione eticamente positiva o negativa. Dal punto di vista artistico possiamo dimostrare questa affermazione solamente facendo riferimento a quei movimenti ,come le avanguardie, che proponevano metodi  nuovi di intendere l'arte poichè in netto contrasto con l'idea artistica precedente: l'Impressionismo è il chiaro esempio.

Invece, andando ad analizzare dinamiche più sociali, l'essere umano, quando oppresso dal potente, si ribellerà (si veda la novella "Libertà" di Verga); talvolta lo farà impulsivamente, altre volte ciò condurrà ad una rivoluzione, altre ancora invece sarà soltanto l'animo rivoltoso e battagliero dell'uomo che si risveglierà, ma probabilmente non condurrà ad alcun risultato, dato che, come ci insegna Martin Luther King, in queste situazioni bisogna prediligere la non violenza e l'arte oratoria alla guerra per raggiungere risultati insperati, come la parità di diritti negli Usa.
Può capitare che il torto subito sia molto pesante e significativo, quindi ci si trova a reagire per vendetta, o solamente per restituire quanto ricevuto in un meccanismo di azione-reazione necessario alla sopravvivenza, come spiega Leopardi nello Zibaldone; in altre occasioni , invece, la semplice esposizione di idee o teorie verrà considerata come una reazione ai dogmi imprescindibili su cui si basa la società, e quindi pericolosa, come accadde a Berengario da Tours o a Galileo Galilei.
Il collegamento che esiste tra rivoluzione e reazione, non va inteso solo come mero atto fisico o bellico, ma può essere anche filosofico e del pensiero; da questo punto di vista come non citare i 3 "maestri del sospetto" Freud, Marx e Nietzsche, i quali, attraverso la volontà di ricercare la vera essenza delle cose e di reagire ad una società in cui l'uomo si sente via via sempre più alienato, sono i precursori del pensiero filosofico moderno; tuttavia, come accade con Marx , alcune loro teorie, risultano tutt'oggi utopiche.

Un'altra accezione interessante del termine è quella utilizzata in ambito scientifico: facendo reagire una certa quantità di sostanza, chiamata reagente, otterrò una certa quantità di prodotti.
Questa visione della reazione intesa come sintesi, non è una concezione però del tutto recente.
Nel Timeo di Platone tramite l'azione del demiurgo, che da ordine alle sostanze primordiali, è possibile la creazione di tutte le cose da noi conosciute grazie alle reazioni che avvengono tra acqua, fuoco, terra e aria.
A pensarci bene, questo concetto descritto da Platone, non è poi molto distante da quello che deve fare un ingegnere chimico; il quale oltre ad applicare i principi della chimica deve essere consapevole delle conseguenze e dei rischi che corre in base alle scelte che effettua riguardo un complesso di produzione di prodotti chimici.
Molti studi scientifici utilizzano la reazione anche come obiettivo della loro ricerca specifica.L'arrivo del covid-19 ha da subito mosso scienziati da tutto il mondo affinchè scoprissero più informazioni possibili riguardo a questo terribile virus: c'è chi si è occupato di studiare come esso reagisca alle temperature calde e chi si è incentrato nello studiare le reazioni psicologiche della popolazione in situazioni di pandemia.
In ogni modo è innegabile che il concetto di reazione sia a stretto contatto con la scienza: la scoperta dei limiti dello sviluppo che il nostro pianeta possiede conduce necessariamente ad attuare una "rivoluzione sostenibile" che mira alla salvaguardia delle nostre vite e della terra.

In conclusione la reazione è un concetto che è a stretto contatto con l'ingegneria e la filosofia, ma soprattutto lo è con le nostre vite; che si tratti di istinti ribelli, di rivoluzioni ideologiche e non, di prese di posizione, di voglia di cambiamento, reagire significa voler stare bene con sè stessi, significa voler raggiungere condizioni migliori, significa avere la libertà di fare ciò che più si vuole e si ama: proprio come Ungaretti, al fronte, innanzi alla morte, non si sentì mai più così tanto attaccato alla vita come in quel momento.




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