sabato 30 maggio 2020

L'ETICA DELLA REAZIONE. STEP#21

"Alla pari del rivoltoso, il ribelle rifiuta l'ordine dominante del mondo in seno al quale è stato gettato. Come il rivoluzionario, lo rifiuta in nome di un altro sistema di valori, di una concezione del mondo che trova in sè stesso e di cui si fa portare. Tuttavia, al contrario del rivoltoso o del resistente, il ribelle trae innanzitutto da sè stesso ciò che anima il suo atteggiamento. La rivolta è legata ad una situazione, ad una congiuntura che ne è la causa, e si spegne nel momento in cui tale causa sparisce e la situazione cambia. La ribellione invece non è legata solamente alle circostanze, ma è di ordine esistenziale. Il ribelle sente fisicamente ed istintivamente l'impostura. Rivoltosi si diventa, ma ribelli si nasce."

 Alain de Benoist, riguardo l'etica del ribelle, ritiene che sia opportuno differenziare il rivoluzionario dal rivoltoso e dal ribelle. Queste 3 diverse categorie di persone hanno anche però un aspetto molto importante in comune: incarnano una legittimità che si oppone alla legalità dell'ordine costituito.
Tuttavia, secondo il filosofo francese, sono proprio le differenze tra questi gruppi che portano ad una riflessione più ampia sul concetto di reazione.
I rivoltosi appartengono a tutte le epoche e sono da sempre protagonisti di rivolte popolari, movimenti di protesta e insurrezioni; essendo mossi solamente dall'insofferenza e dalla disobbedienza, le loro azioni, la maggior parte delle volte inutili ed eccessive, saranno destinate a susseguirsi ininterrottamente nel tempo poichè troveranno sempre qualcosa o qualcuno da giudicare oppressivo nei loro confronti.
Diverso è il discorso per i rivoluzionari, dotati di una maggiore coscienza ideologica e di un'esigenza di trasformazione molto più radicale; essi reputano inutili, se non addirittura ingenui tutti quei tentativi di rivolta puramente istintivi.
Il ribelle,invece, è tale perchè ogni altro modo di esistere gli è impossibile. Il ribelle è colui che non smetterà mai di resistere, non si darà mai per vinto e non smetterà mai di reagire: fa parte della sua indole. Pur sapendo di non riuscire a cambiare il mondo, sa anche per certo che il mondo non cambierà lui. Il ribelle è colui che non cede, che si rifiuta, colui che dice no.
Il ribelle non sarà mai indifferente, è fatto per la lotta, anche se ormai senza speranza.
Il ribelle sarà sempre pronto a reagire. Non c'è sconfitta nel cuore di chi lotta!





Fonte:http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/filosofia/4200-l-etica-del-ribelle

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